Negli ultimi anni c’è un nuovo fenomeno che si sta affermando e dal quale dipende la capacità di sviluppo e crescita dei Paesi industrializzati.
Stiamo parlando della cosiddetta Deep Technology, una tipologia di conoscenza profonda che ha lo scopo di fornire soluzioni tecnologiche basate su challenge scientifiche oppure ingegneristiche.
Campi quali biotecnologie, spazio, robotica, quantum computing e materiali avanzati sono in piena ascesa e la loro esplosione costituisce un’occasione unica per le imprese italiane.
Dopo l’avvento del web e della Digital Economy, oggi la Deep Tech ha tutte le caratteristiche per affermarsi e offrire nuove possibilità di business. Non a caso in Italia e nel resto del mondo si sta assistendo al successo degli investimenti nel settore delle tecnologie 4.0 che trainano l’intera economia.
È in tale contesto, dunque, che si collocano le società Deep Tech. Le startup di questo tipo non si basano più solo su software gestionali, ma si affidano anche a robotica, biotecnologie, AI e robotica.
Le imprese Deep Tech devono assumersi diversi rischi. Per prima cosa, devono provare che il loro progetto tecnologico funziona. In seconda battuta devono dimostrare che l’innovazione a cui aspirano abbia un mercato scalabile.
E infine sarà necessario affrontare tematiche delicate quali salute, benessere, cambiamenti climatici e innovazione industriale. Vediamo allora di capire bene cosa sono le società Deep Tech, in cosa differiscono dalle startup classiche, in che ambiti si stanno imponendo e quale futuro le attende.
Cosa significa Deep Tech
Con il termine Deep Tech si intendono tutte quelle tecnologie innovative e originali che si fondano su scoperte di tipo ingegneristico, matematico, fisico e medico per condurre l’umanità verso il progresso.
Sono quindi nuove applicazioni che potrebbero avere un notevole impatto sulla vita della società contemporanea.
Si tratta per lo più di tecnologie altamente complesse che possono avere un’attuazione commerciale nell’immediato o rappresentare la base di partenza per altri prodotti più idonei al mercato.
Gli ambiti economici nei quali le Deep Tech trovano utilizzo sono soprattutto aerospazio, telecomunicazioni, chimica, food tech, scienza, energie e molto altro.
Nel Deep Tech si possono includere comunque settori di più recente sviluppo come l’intelligenza artificiale (AI), il machine learning, il deep learning, il quantum computing, nuovi materiali, robotica e blockchain.
Quando si parla di Deep Tech non ci riferisce soltanto alle più innovative tecnologie di ultima generazione, ma anche ad un differente approccio aziendale verso ciò che è nuovo. Questo Ciò significa che è necessario modificare la struttura dell’ecosistema economico che conosciamo, formato da fondi di venture capital e startup.
Oggi le Deep Tech sono diventate la miniera d’oro per molti investitori alla ricerca di fortuna e guadagni, così come le società ICT che devono guardare lontano per ottenere un vantaggio competitivo.
Nascita ed evoluzione della Deep Tech
L’espressione Deep Technology è stata coniata per la prima volta nel 2014 per riferirsi all’universo delle startup. È stata usata da Swati Chaturvedi, la CEO di un grande fondo d’investimento che l’ha usata per definire un insieme di società promettenti sulle quali investire i propri capitali.
Oggi la gran parte delle aziende tecnologicamente avanzate si fonda sull’innovazione del modello di business o sul passaggio da modello offline a online, sfruttando la tecnologia disponibile.
Invece le startup Deep Tech sono basate su scoperte tangibili che saranno utili per risolvere alcuni grandi problemi che affliggono il mondo.
Intorno alle startup di questo genere si è così generato da subito un gran fermento. Ciò è stato sottolineato dalla società di ricerca BCG che ha evidenziato come gli investimenti privati siano giunti a oltre 60 milioni di dollari nel 2020.
Le previsioni per il futuro sono ancor più al rialzo. Infatti, entro il 2025 si potrebbe giungere alla cifra record di 200 miliardi. D’altra parte, però, i settori che riguardano la tecnologia avanzata a volte hanno difficoltà nel trovare sostegno economico a causa della complessità della loro natura.
Insomma, spesso si riscontrano problemi nel far comprendere il vero potenziale delle startup Deep Tech in quanto è complicato individuare un investitore competente in una certa materia e che sappia coglierne le possibilità.
In aggiunta, gli investimenti Deep Tech sono di solito a lungo termine ed hanno bisogno di follow up. Nonostante questi evidenti ostacoli e intoppi, le tecnologie Deep Tech stanno comunque facendo passi da gigante ed hanno subito un’evidente impennata degli investimenti negli ultimi anni.
Startup tradizionale vs. startup Deep Tech
Per chi non lo sapesse, in economia si definisce startup un’impresa appena nata, composta da uno o più imprenditori che hanno lo scopo di fornire un servizio o prodotto innovativo, per il quale pensano ci sia domanda sul mercato.
Le startup tradizionali possono portare alla nascita di nuove categorie di prodotti e beni, generando dei notevoli cambiamenti o rivoluzioni nel campo di riferimento.
Il costo iniziale per avviare una startup è abbastanza contenuto rispetto a quello di un’azienda classica, ma nei primi tempi le spese per ricerca, sviluppo e commercializzazione possono diventare molto elevati, a fronte di introiti insufficienti.
Per tale ragione le startup sono sempre alla ricerca di finanziamenti e investitori mediante venture capital, crowdfunding e così via. Il tasso di fallimento è molto alto e si stima che quasi il 95% delle startup fallisca nei primi 4 anni di attività.
Ad ogni modo, sono realtà indispensabili poiché in grado di apportare innovazione e cambiamento. Ma in cosa differiscono allora le startup classiche da quelle Deep Teche? È presto detto.
Le startup Deep Tech hanno un ciclo di sviluppo decisamente più lento e lungo nel tempo ed hanno anche una curva di apprendimento più lineare.
Inoltre, non sono soggette a manovre di adattamento al mercato di riferimento del prodotto. Certo, sono più costose da sviluppare in ogni fase e necessitano di maggiore tempo per potersi posizionare sul mercato. Questo arco temporale non è quantificabile in anticipo, ma in media è sempre superiore a quello che serve per produrre tecnologie già esistenti
Dunque, le startup Deep Tech devono possedere una solida base scientifica che consenta di avere un certo impatto sulla società, generando valore economico. Benessere, salute, ambiente e industria sono i principali ambiti.
Infine, le startup Deep Tech hanno bisogno di ingenti capitali per lo sviluppo e la diffusione sui mercati, coinvolgendo aziende, università e investitori privati. In tal senso è la Cina ad essere il principale investitore mondiale nel settore delle Deep Tech, ma anche i Paesi europei sono molto attivi, a cominciare dall’Unione Europea.
I settori di applicazione della Deep Tech
L’approccio Deep Tech si basa sulla interazione tra campi disciplinari e diversi ambiti tecnologici, spostando il focus dal mondo digitale a quello fisico. Un forte incentivo viene senza dubbio dall’Europa.
Non a caso è stato lanciato dall’Unione Europea Horizon Europe, il programma quadro per la ricerca e l’innovazione per gli anni 2021-2027. Il finanziamento prevede 95,6 miliardi di budget ed è il più grande programma transnazionale di investimenti in ricerca e innovazione.
La realtà Deep Tech si sta quindi facendo largo verso alcune aree di ricerca che offrono nuovi orizzonti di sviluppo di startup Deep Tech in Italia, strizzando l’occhio a differenti settori. Vediamo allora quali sono quelli più promettenti e di maggiore interesse.
Future Computing
A fine 2022 a Bologna è stato inaugurato il supercomputer Leonardo, il quarto calcolatore più potente del mondo. Questo è un esempio calzante di come si è riusciti ad unire l’investimento privato con i fondi pubblici.
Inoltre, non i fondi del PNRR è stato possibile aprire il Centro Nazionale per il Calcolo ad alte prestazioni, Big Data e calcolo quantistico, il quale creerà un network di 52 centri di eccellenza italiani e sarà in collegamento con la rete europea per costituire un unico ecosistema mondiale.
Space Economy
In Italia riveste un ruolo sempre maggiore l’economia dello spazio, campo che raduna ricerca e imprese pubbliche e private. Secondo la Satellite Industry Association il valore globale di tale mercato si aggira intorno ai 386 milioni di dollari, con un incremento annuale costante.
Il nostro Paese è quinto al mondo per numero di brevetti depositati, davanti alla Russia e dietro solo alla Cina e quarto per il commercio delle tecnologie spaziali.
Future Farming
Il Future Farming è un nuovo ambito al confine tra informatica, chimica, ingegneria, scienza e design che mette insieme due trend emergenti: Controlled Enviroment Agriculture e Nature Co-Design.
Si può dunque passare da un modello economico estrattivo ad uno generativo poiché i prodotti vengono creati particella per particella. Le forme di vita sono create in forma sostenibile dentro ambienti controllati per raggiungere obiettivi specifici.
Considerando l’importanza del settore manifatturiero in Italia, anche qui il Future Farming è un’occasione imperdibile per le imprese italiane che potranno conquistare la leadership mondiale nel campo dell’innovazione.
Intelligenza Artificiale
L’intelligenza artificiale è un terreno fertile per le realtà imprenditoriali che fondano il proprio business sulle strumentazioni ad alta tecnologia.
Le startup Deep Tech usano l’AI per estrarre dati e documenti complessi e automatizzare i processi aziendali che hanno bisogno di capacità di comprensione avanzate. Da questo punto di vista l’Italia promette bene in quanto il nostro Paese segnala un numero crescente di startup con competenze AI.
Le prospettive future per le startup Deep Tech
La strada delle startup Deep Tech sembra essere tracciata, ma restano ancora alcune importanti sfide alle quali è importante rispondere per permettere alle aziende di esprimere tutto il loro potenziale.
Vediamo allora quali sono le principali difficoltà che attendono coloro che sognano di avviare una startup Deep Tech:
- Trovare finanziamenti: a dispetto delle ottime prospettive offerte dalle Deep Tech, permane ancora l’ostacolo dell’attuale modello di venture capital che è proiettato specialmente verso l’AI o le scienze della vita. Per i progetti Deep Tech è difficile passare dalle sperimentazioni, sostenuta da fondi pubblici, alla produzione industriale, che deve essere finanziata da enti privati. Una soluzione potrebbe essere il Fondo Nazionale Innovazione che ha già impegnato 960 milioni di euro in più di 300 startup innovative;
- Reimpostare gli ecosistemi dell’innovazione: spesso le imprese Deep Tech hanno problemi nell’individuare opportunità di guadagno e quindi diventa fondamentale andare a immaginare nuovi modelli di business per creare altri modelli economici basati su stabili competenze tecnologiche e scientifiche. Anche lo Stato deve fare la sua parte, creando le condizioni per quella infrastruttura di ricerca e politica industriale che è il punto di forza delle grandi potenze mondiali;
- È difficile reperire personale qualificato: la Commissione Europea ha varato Deep Tech Talent Initiative, un avveniristico programma lanciato dall’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia, il quale prevede nei prossimi 3 anni la formazione di un milione di persone nei vari ambiti Deep Tech. Infatti, la non corrispondenza formativa tra domanda e offerta è uno dei problemi all’accesso al mondo del lavoro. Il tema delle competenze professionali è molto delicato ed ha un notevole impatto per le imprese;
- Estendere i confini della scienza: nonostante la scienza abbia compiuto enormi passi in avanti negli svariati campi d’applicazione, esistono ancora molte aree inesplorate di cui solo adesso se ne comprendono le potenzialità. Startup e governi devono cooperare per dare impulso al progresso scientifico ed è una sfida per la quale è necessario riflettere sugli aspetti etici, ovvero sull’impatto del Deep Tech sulla nostra società.