L’Intelligenza Artificiale è ormai una tecnologia consolidata e trova largo uso in moltissimi contesti e modalità d’uso differenti. Un ottimo esempio è senza dubbio rappresentato dalla Clearview AI, azienda del settore IT che ha sviluppato un proprio software di riconoscimento facciale.
La società possiede un database immenso con miliardi di immagini scattate in ogni angolo del mondo grazie ad un algoritmo concepito per agire anche quando il volto è coperto o non guarda verso la camera.
Fino al 2019 l’azienda ha mantenuto un profilo basso, fino a quando è stato diffuso l’utilizzo del programma alle forze dell’ordine americane. Negli ultimi anni però si è posta con forza la questione relativa alla privacy degli utenti.
Molte cause sono state intentate negli Stati Uniti e nel resto del mondo, compresa l’Italia, dove a causa di violazioni del GDPR la società è stata sanzionata dal Garante della Privacy italiano.
Andiamo quindi a scoprire in che modo funziona Clearview AI, quali impieghi trova oggi e in che modo è stato affrontato il tema della privacy.
La storia di Clearview AI
Clearview AI è un’azienda tecnologica americana fondata da Hoan Ton-That e Richard Schwartz e si è affermata nel settore per avere sviluppato l’omonimo software di riconoscimento facciale fondato sull’Intelligenza Artificiale.
L’idea nasce dall’incontro tra Hoan Ton-That, che nel 2016 si è trasferito a San Francisco per cercare migliore fortuna e Richard Schwartz, consulente dell’ex sindaco di New York Giuliani e giornalista del New York Daily News.
I due decidono di lavorare insieme e nello stesso anno coinvolgono anche due ingegneri per lavorare sul web scraping e l’algoritmo di riconoscimento facciale.
Alla fine del 2017 viene completato Smartchecker, il primo tool di riconoscimento del volto e tra i primi investitori c’è stato il co-fondatore di Paypal, Peter Thiel.
Nel 2019 il nome viene modificato in Clearview e il primo cliente è stata la Polizia di Stato dell’Indiana. Oggi il software viene definito come la più vasta rete facciale al mondo ed ha archiviato più di 20 miliardi di immagini di volti estratte da fonti Internet quali social media, siti web, media tradizionali e web scraping.
Nel gennaio 2022 Clearview AI ha ricevuto dallo US Patent and Trademark Office il primo brevetto riguardante “Metodi per il reperimento di informazioni su una persona basati sul riconoscimento facciale”.
Il co-fondatore Hoan Ton-That ha dichiarato al Washington Post che su 650 algoritmi testati dal NIST (National Institute Standards of Technology) Clearview AI si è piazzata al secondo posto dopo la cinese SenseTime.
Nel 2020 il programma è stato oggetto di un’inchiesta da parte del New York Times che l’ha portata alla ribalta internazionale. Attualmente la società ha venduto il software alle forze dell’ordine statunitensi e ha stipulato contratti con FBI, Esercito, Dipartimento di Sicurezza Nazionale e 3.100 agenzie di polizia americane.
Sempre nel 2020 la tecnologia di riconoscimento facciale è stata proposta ad 88 forze dell’ordine di 24 Paesi esteri, inclusa la polizia italiana.
Sembra che in questa lista di potenziali clienti rientrassero anche società private in settori quali l’intrattenimento, lo sport, le criptovalute, le banche e la grande distribuzione.
Nel corso di una presentazione pubblica del dicembre 2021 sono stati definiti gli obiettivi aziendali, ovvero raggiungere 100 miliardi di immagini nel database entro il 2022 ed estendere il business oltre la scansione dei volti, introducendo la geolocalizzazione delle foto e l’identificazione tramite il movimento.
Come funziona Clearview AI
Clearview AI è un’azienda con algoritmo proprietario e negli anni ha costruito un database composto da miliardi di immagini di volti che ha ottenuto tramite tecniche di web scraping, cioè estraendo dati e informazioni dettagliate da pagine web.
Le immagini reperite sono quindi state impiegate per l’allenamento dell’algoritmo di riscontro facciale.
Secondo quanto raccontato dallo stesso Ton-That nel 2020 durante un’intervista, Clearview AI lavora trasformando l’immagine di ogni volto in un gruppo di vettori geometrici, segmenti orientati che possono misurare vari fattori, come la distanza tra gli occhi.
In aggiunta, è stato spiegato che il database di Clearview AI è suddiviso in quartieri o neighborhoods. Ciascun quartiere rappresenta un gruppo di immagini con vettori simili e la scomposizione del volto in vettori geometrici consente il cosiddetto clustering, una tipologia di apprendimento automatico non supervisionato.
Senza intervento da parte degli esseri umani, l’algoritmo impara da solo con l’aiuto di una vasta mole di fotografie, dividendole poi in cluster con peculiarità simili. Caricando la fotografia di un volto su Clearview, l’immagine viene trasformata in vettori e confrontata con quelle presenti in memoria.
Il risultato fornito propone le foto estratte dal quartiere più simile al gruppo di vettori inseriti, indicando i link di provenienza delle immagini.
L’algoritmo di Clearview AI è in grado di individuare la persona anche se il volto è in parte coperto o non guarda l’obiettivo. Significa che è studiato per tenere conto della posizione del soggetto, progressione dell’età, mutazioni fisiche del viso e molto altro.
Clearview AI e la guerra in Ucraina
Nel marzo del 2022 l’Ucraina ha deciso di servirsi della tecnologia di Clearview AI per individuare i combattenti russi sul proprio territorio. L’informazione è stata condivisa da Hoan Ton-That all’agenzia Reuters.
I primi contatti tra il governo ucraino e Clearview AI sono cominciati appena dopo l’invasione russa, quando Ton-That ha inviato una lettera in Ucraina per offrire il proprio aiuto. Infatti, oltre 2 miliardi di foto presenti nel database di Clearview AI sono estratte dal social russo VKontacte.
L’accesso al motore di ricerca AI permette al governo ucraino di identificare i cadaveri dei soldati russi, controllare case e verificare identità ai posti di blocco. Il software è stato tradotto in ucraino e sono stati creati 410 account per 6 agenzie governative dell’Ucraina che hanno già eseguito più di 14.000 ricerche.
Clearview AI e il problema della privacy
Da quando l’attività di Clearview AI è stata resa pubblica, l’impresa americana è stata costretta ad affrontare una serie di cause legali negli Stati Uniti e l’utilizzo delle fotografie senza consenso è stato dichiarato illegittimo in Francia, Australia, Canada, Regno Unito e Italia.
Colossi quali YouTube, Twitter e Facebook hanno chiesto all’azienda di non prendere più immagini dai loro siti e di eliminare quelle già immagazzinate. Fino ad oggi Clearview AI non lo ha fatto poiché i dirigenti sono convinti di maneggiare dati di dominio pubblico che saranno usati per scopi utili alla comunità.
Per quanto riguarda l’Italia, il Garante per la Privacy ha aperto un’istruttoria ed ha deciso di comminare a Clearview AI una multa di 20 milioni di euro per “avere messo in atto un vero e proprio monitoraggio biometrico anche di persone che si trovano nel territorio italiano”.
La società avrebbe quindi creato dei profili fondati su dati biometrici ricavati da immagini, eventualmente comprensivi di altri dettagli come pagina web, geolocalizzazione e titolo e ciò avrebbe coinvolto persone che si trovano in Italia, sia cittadini italiani che stranieri.
Inoltre, secondo il Garante Clearview AI ha violato gli obblighi di trasparenza in quanto avrebbe utilizzato i dati degli utenti per altri scopi e non avrebbe stabilito in anticipo tempi di conservazione dei dati stessi.
Complessivamente Clearview AI è stata accusata di aver violato gli articoli 5, 6, 9, 12, 13, 14, 15 e 27 del GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati).
Il provvedimento sanzionatorio di marzo 2022 prevede non soltanto una multa pecuniaria, ma anche l’obbligo di rimuovere i dati dei cittadini italiani, il divieto di nuove raccolte di dati e l’obbligo di individuare un referente nell’Unione Europea che possa fungere da interlocutore.