La Cloud migration non è altro che lo spostamento di applicazioni, dati ed altri elementi del proprio business su un ambiente Cloud.
Specialmente nel caso delle applicazioni il discorso è più complesso poiché non si tratta soltanto di spostarle, ma di renderle più flessibili ed integrate.
È un processo che può essere davvero utile per le imprese che desiderano essere operative in qualunque contesto e momento, con minori rischi di inattività ed avendo accesso alle risorse anche quando non si è fisicamente presenti in ufficio.
Il fenomeno della migrazione sul Cloud ha assunto un ruolo decisivo soprattutto con l’avvento della pandemia da Covid-19 in quanto il lavoro da remoto è diventato una realtà sempre più diffusa.
Ma come avviene la Cloud migration, quali vantaggi ha da offrire e come è stata implementata dalle aziende?
Cos’è la Cloud migration
La Cloud Migration è quell’attività specifica basata sul Cloud computing, cioè sui servizi ICT ai quali si accede on-demand ed in formato self-service, grazie alla connessione Internet.
In altre parole, è il trasferimento di tutti i dati di un’azienda da una posizione, per esempio i server privati, verso il Cloud.
Con il Cloud si hanno a disposizione tantissimi servizi che permettono di archiviare e salvare file su un database remoto, invece che utilizzare il tradizionale disco rigido o altri dispositivi di archiviazione locale.
Il tema della Cloud migration oggi è di grande importanza per i reparti IT. Infatti, per sostenere la crescita di una società e la diversificazione del business non bastano più tecnologie avanzate come Internet of Things, AI e Big Data, ma è necessario mirare ad una migliore efficienza operativa aziendale, riducendo costi e privilegiando la flessibilità ed il cambiamento.
Specialmente dal 2020, ovvero dall’arrivo del Covid-19, si è assistito all’ascesa della Cloud migration. Non a caso il Cloud è diventato la risorsa perfetta per le imprese che si sono convertite allo smart working ed è stato di grande utilità per portare avanti il lavoro anche da remoto.
Secondo la ricerca dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, solo nel 2020 il Cloud ha avuto un incremento del 21% del mercato, superando i 3,34 miliardi di introiti nel mondo. Si è rivelato dunque una risorsa fondamentale per rispondere con prontezza alle difficoltà poste dalla pandemia.
A subire l’incremento maggiore è stata per lo più la componente SaaS (Software as a Service), cresciuta del 46%, con un conseguente aumento per altre categorie come e-Commerce e portali B2C.
Prima di lanciarsi nella Cloud migration è però importante comprendere in anticipo le necessità di storage e flessibilità del sistema. Quindi si richiede sempre un’analisi attenta della situazione attuale dell’azienda per non sbagliare.
Quale tipo di Cloud privilegiare?
Chi decide di passare al Cloud deve comunque essere cosciente che esistono differenti tipologie di Cloud, le quali si distinguono secondo i vari modelli di implementazione e di servizio disponibili.
Vediamo quali sono i tipi di cloud per implementazione:
- Cloud privato: in questo caso le risorse on-demand sono di proprietà di un’unica impresa che possiede tali risorse internamente al Data Center, ma che vengono erogate come servizio agli utenti interni.
- Cloud pubblico: le risorse IT appartengono al service provider che fornisce i servizi IT alle società e agli utenti attraverso Internet, con risorse che sono condivise da più aziende.
- Cloud ibrido: è l’unione di cloud pubblico e privato e si basa sulla condivisione di applicazioni, dati e risorse tra ambienti diversi che possono essere di proprietà del service provider o del Data Center della società.
Invece secondo i modelli di servizi erogati abbiamo:
- Iaas (Infrastructure as a service): il provider fornisce agli utenti risorse (sistemi di archiviazione, server, sistemi operativi, reti) su cui installare e gestire in autonomia applicazioni e piattaforme. Il vantaggio è che si paga soltanto per le risorse utilizzate.
- Paas (Platform as a service): il provider propone agli utenti piattaforme middleware preconfigurate, assicurando un ambiente facilmente accessibile. È l’opzione ideale per ridurre i costi di sviluppo ed accelerarne i tempi.
- Saas (Software as a service): il servizio include le funzioni Iaas e Paas, ma in più si può usufruire dell’hosting app che permette agli utenti di collegarsi ed usare applicazioni basate sul Cloud tramite Internet.
Conviene davvero puntare sulla Cloud migration?
In un’epoca in cui la trasformazione digitale è costantemente protagonista, è evidente come la Cloud migration sia un passo delicato per ogni azienda.
Indipendentemente dalla tipologia di servizio prescelta, il processo di migrazione offre comunque una serie di benefici non indifferenti per le società che decidono di aderirvi:
- Scalabilità: grazie al Cloud è possibile passare con più agilità e velocità tra i diversi piani forniti e in ogni momento si può selezionare la quantità di memoria o potenza di calcolo necessaria.
- Approvvigionamento rapido delle risorse: le risorse utili per sostenere i progetti dell’azienda saranno disponibili in qualche ora e non più in settimane, come accade con i Data Center tradizionali on-premise.
- Riduzione dei costi: si risparmierà sui costi per software ed hardware e si potranno ottimizzare le spese operative sul lungo termine. In questo modo, si potrà dirottare ciò che si è risparmiato verso altre attività funzionali al core business dell’impresa.
- Accessibilità: al Cloud si potrà accedere sempre e da qualsiasi dispositivo, migliorando l’efficienza e la qualità dei servizi offerti ai consumatori.
- Dinamicità: i servizi Cloud sono concepiti per soddisfare le esigenze dell’utente finale, senza sprechi o perdite di tempo. Ciascun utente può configurare ed usare piattaforme ed infrastrutture che sono su misura per le esigenze del proprio business.
- Rispetto delle normative vigenti: affidarsi al Cloud consente alle aziende di rispettare e non infrangere le regole in materia di protezione dei dati (GDPR).
- Sicurezza: i Cloud rendono più agevole e sicura la protezione di dati e applicazioni, assicurando un elevato grado di sicurezza della piattaforma, oltre a fornire vari strumenti specializzati. Le stesse patch di sicurezza in molti casi sono eseguite in automatico dal provider dei servizi Cloud.
Come passare alla Cloud migration
Per affrontare la Cloud migration è indispensabile valutare con precisione la strategia più idonea, secondo le esigenze e gli obiettivi aziendali, i vincoli di budget e tempo e le competenze di cui dispone il team IT.
Attualmente a livello internazionale ci sono 6 procedure di riferimento per eseguire in modo corretto la Cloud migration. Il consiglio è di prendersi tutto il tempo che serve per prendere una scelta che influenzerà senza dubbio l’intero business.
Lift & Shift
La conversione Lift & Shift prevede di riprodurre le applicazioni in un ambiente Cloud infrastrutturale (Iaas) così come sono, conservandone quasi invariata la componente software. Tale operazione è consigliata alle imprese che hanno alti costi di gestione e manutenzione delle infrastrutture on-premise. In generale è un sistema veloce, ma è al contempo poco flessibile e costoso.
Replatforming
Il passaggio attraverso Replatforming consiste nello spostamento dell’applicazione, precedentemente ottimizzata, verso un nuovo ambiente di esecuzione nel Cloud (Paas). Per avere l’adattabilità al Cloud si va ad agire sul system software, il source code e il framework dell’applicazione, lasciando inalterata la sua architettura logica.
Refactoring
Questo processo si fonda sulla riscrittura e riprogettazione parziale o totale dell’applicazione prima che migri in ambiente Cloud (Paas o Iaas). Il source code e l’architettura hanno quindi bisogno di modifiche consistenti. Si tratta di una procedura più lunga e decisamente drastica, che però offre la possibilità di contare su software completamente utilizzabili in Cloud.
Repurchasing
Si tratta della completa dismissione di un’applicazione che sarà sostituita attraverso l’uso di un nuovo servizio basato sul Cloud. In parole più semplici, il repurchasing non è una migrazione vera e propria dell’applicazione preesistente sul Cloud, ma si passa più che altro ad un nuovo servizio Saas.
Rebuilding
Con il Rebuilding si possono ricostruire le applicazioni, riscrivendone il codice ed eseguendo una revisione dell’architettura. I benefici sono principalmente legati all’opportunità di avere accesso a tutte le funzionalità concesse dal Cloud provider. I reparti IT potranno così accedere a template per creare nuove funzioni e ridurre i tempi di sviluppo.
Replacing
Il Replacing avviene quando l’azienda decide di sostituire un’applicazione in licenza o sceglie un modello Pay per Use. Questo è un buon modo per garantirsi un maggiore adattamento delle funzionalità dei software più importanti per i propri bisogni.
La Cloud migration nelle PMI
La digitalizzazione del lavoro è ormai un passaggio obbligato per le imprese ambiziose che vogliono incrementare produttività e profitti.
Con la pandemia di Covid molte delle PMI italiane si sono trovate a dover affrontare forzatamente i processi di Cloud migration e non è certo stato semplice.
Gran parte delle attività che prima si muovevano nel mondo fisico e su device digitali in presenza hanno ben presto avuto l’esigenza di spostarsi su un ambiente aperto, flessibile e che fosse raggiungibile da qualunque posto del mondo.
È in quest’ottica che si è avuto il boom della Cloud migration, affidando i propri dati, applicazioni e documenti privati ai servizi Cloud. Negli ultimi due anni il mondo delle aziende italiane si è quasi totalmente spostato sul Cloud e ciò dà l’occasione ai dipendenti di lavorare ovunque siano ed accedere ai file aziendali in tutta sicurezza.
Secondo l’indagine dell’Osservatorio Cloud Transformation sembra che la strategia più utilizzata dalle imprese in Italia sia quella del Repurchasing, considerata la migliore per migrare le applicazioni di supporto senza impattare direttamente sul core business.
Abbastanza diffuso è anche il Lift & Shift, impiegato per la migrazione di applicazioni custom che si desiderano valorizzare. Meno riscontro trovano il Replatforming ed il Refactoring, a causa della maggiore complessità e del costo dei progetti di migrazione di questo genere.