Quando si tratta di concludere un affare, anche il più piccolo, tutti consultiamo un esperto che possa verificare le informazioni che il venditore ci sta trasferendo durante la vendita.
Basta, ad esempio, pensare a quando vogliamo acquistare un’auto usata e chiediamo sia possibile una verifica da parte del nostro meccanico di fiducia.
Allo stesso modo gli operatori privati, che hanno come obiettivo principale la realizzazione di un guadagno in conto capitale e vogliono investire in tech, sono soliti inserire nel processo di acquisizione un terzo soggetto.
Spesso, infatti, chi ha del capitale da investire non ha sufficienti informazioni per concludere l’affare in sicurezza. Questo accade perché ormai si trattano oggetti digitali talmente complessi che è quasi impossibile avere sempre tutte le competenze necessarie a fare un’attenta valutazione dei rischi di investimento.
Nelle piccole realtà, specialmente in Italia, Il CTO può doversi prendere in carico il processo di verifica della bontà delle informazioni che fornisce il produttore del software o del servizio che un investitore è interessato ad acquisire. Questo processo di verifica è detto Due Diligence.
Chi si occupa della due diligence
Quando sono gli investitori a chiedere la due diligence è, nella maggior parte dei casi, il CTO a dover rispondere alle domande fatte per conto di un potenziale investitore.
Per le imprese che cercano finanziamenti non è consigliabile farsi trovare impreparati nel momento della valutazione ed è anche per questo che le aziende nascenti, per prepararsi a un round di investimento, richiedono due diligence a consulenti esterni.
Spesso questa consulenza legata alla due diligence, per i professionisti legati all’IT o comunque al mondo hardware e software, è un’occasione per instaurare un legame di fiducia e, in molti casi, diventare il CTO di un’azienda.
Il lavoro di gestire il denaro: tech company e Equity
In un video di un famoso tiktoker vediamo un imprenditore che guida una Ferrari 458 spider che per vivere investe in Private Equity, altri due imprenditori dichiarano di investire in software e app. La domanda del tiktoker è << Che lavoro fai per vivere? >>. Investire soldi è, infatti, un vero e proprio lavoro.
Non dovete immaginarvi sceicchi con capitali smisurati che guidano macchinoni ma imprenditori che devono compiono scelte oculate per trarre il massimo del profitto. Quelli abili potrebbero anche avere un’auto del genere ma sarebbe totale frutto del loro fiuto per gli affari, della loro capacità di gestione e della loro abitudine ad affrontare i rischi trovando soluzioni alternative.
Come si entra in una tech company
Ci sono molti modi per entrare a far parte di un’azienda tech, oltre all’acquisizione totale o parziale di un’azienda.
Le start up, ad esempio, possono proporti di investire nella loro idea di prodotto o servizio cedendo equity in cambio.
Questa attività finanziaria consiste nell’investire in società che sono ad alto rischio ma hanno anche un alto potenziale di sviluppo. Facendo questo tipo di investimento ci si attende un ritorno economico in un determinato arco temporale da una plusvalenza realizzata insieme all’azienda in cui di investe.
Quando l’investitore entra in una società ad alta crescita, durante la fase di start up si parla di “venture capital” ma la dinamica resta pressapoco la stessa, gli investitori vengono anche chiamati Business Angels.
Quando le aziende non sono quotate e sono caratterizzate da un elevato potenziale di sviluppo può essere uno dei momenti migliori per investire.
Gestire il denaro è un lavoro: acquisire una private equity non significa solo investire denaro con l’obiettivo di ottenere un consistente guadagno in conto capitale dalla vendita della partecipazione acquisita o dalla quotazione in borsa, ma anche spendere del tempo nell’attività della società in cui si hanno private equity. Significa partecipare alle decisioni strategiche e dare indicazioni a chi deve svolgere l’operatività.
Gli early investor e i rischi d’investimento
Gli early investor o primi investitori, fronteggiano rischi investendo in una start up e vogliono sapere come l’azienda può produrre profitto e sopravvivere ai competitor verificando, soprattutto, se i fondatori sono capaci di crescere.
Un incontro con un investitore è, infatti, un momento prezioso per qualsiasi founder e non solo per quanto riguarda il contributo in capitale. Rispondere alle domande di un investitore aiuta a fronteggiare meglio i possibili rischi d’impresa, decidere più velocemente sugli investimenti e capire come superare le proprie sfide di mercato.
Gli investitori, o i loro consulenti, potrebbero trovare utile fare delle chiamate ai primi clienti della start up per chiedere delle referenze ma il rischio di sviluppo di un’impresa è molto difficile da percepire perché è definito soprattutto dall’esperienza e dalla capacità di gestione del team. Questo anche perché i founder hanno a carico aspetti che impattano sull’investimento quali reclutare e gestire e il team, il marketing e il fundraising.
Gli investitori vanno quindi a indagare su queste capacità fondamentali degli startupper:
- Velocità di sviluppo: capacità di iterare velocemente per venire incontro ai desiderata dei clienti
- Reliability: capacità di produrre un prodotto che funziona nella dimensione necessaria.
- Assessment: capacità di rinforzare le fondamenta solide di un progetto
- Learning: abilità che il team ha nell’imparare velocemente e ripetere le soluzioni con successo.
- Teaching: L’abilità di lavorare insieme e portare alla luce il meglio da ogni membro del team.
L’obiettivo exit
Quando si è investito in private equity e si è fatto un buon affare, l’obiettivo a lungo termine (solitamente dopo 5 o 10 anni) è vendere le proprie quote aziendali quando la società ha raggiunto lo sviluppo previsto o il massimo dello sviluppo possibile. Questa operazione viene detta exit anche quando non si è fatto un buon affare.
Le modalità di exit possono essere le seguenti:
- Quotazione in Borsa dei titoli della partecipata
- Vendita dei titoli ad un’altra società o investitore istituzionale
- Riacquisto della partecipazione da parte del gruppo imprenditoriale originario
- Vendita a nuovi e vecchi soci.
Perché è importante la Due Diligence
Come precedentemente accennato, la due diligence è un investigazione su tutti i parametri che possono impattare sull’investimento ed è un aspetto critico, dalla nascita ai più futuri sviluppi di un accordo in cui sono incluse più aziende.
Quando gli startupper sono in cerca di finanziamenti, i loro progetti e idee vengono detti deal. Scopo della Due Diligence è massimizzare la creazione di valore di un deal. La Due Diligence è un processo di verifica che permette all’investitore di fare domande per raccogliere dati utili a valutare un’azienda e determinare se sia conveniente acquisirla o investirci capitale.
Chi effettua la Due Diligence produce metriche interessanti su cui calcolare i rischi e le opportunità associate ad un determinato investimento.
In questa conversazione strutturata tra l’investitore e la compagnia da acquisire, se l’affare si dimostra interessante, le domande da fare sono destinate solo ad aumentare e non a diminuire
Di seguito una checklist per prepararsi alla due diligence abbastanza completa divisa per area aziendale:
IT Administration Due Diligence
- Dettagli sulle iniziative IT chiave di progetto in corso e programmate.
- Elenco delle risorse IT Chiave: (hardware/software/persone).
- Diagrammi dell’architettura tecnica inclusi server, servizi di storage, sistemi operativi e database.
- Descrizione del networking system e specifiche sulle configurazioni dell’hardware
- Lista dei partner di vendita e di servizio che impattano sull’obiettivo aziendale
- Lista dei costi annuali associati alla manutenzione IT hardware, inclusi upgrade e sostituzioni.
- Contratti legati ai servizi software e IT.
- Lista dei fornitori di servizio esterni all’ IT come i servizi di consulenza.
- Valutazione della capacità di crescita rispetto all’ecosistema IT odierno.
- Relazione su come si acquisisce tecnologia e sul ruolo dell IT nel piano strategico.
Software Due Diligence
- Identificazione del sistemi operativi correnti.
- Identificazione dei database.
- Identificazione intranet aziendale e dei web server esterni.
- Identificazione dell’email corrente.
- Identificazione dei sistemi open source.
- Identificare antivirus corrente e applicazioni di sicurezza.
- Identificare i sistemi utilizzati per le differenti funzioni di business (Customer Relationship Management (CRM)/ Human Resources Management (HRIS)/Accounting/Payroll/Project Management, etc.).
- Valutare la scalabilità, la stabilità, la sostenibilità e i costi del software.
- Revisionare il piano di sviluppo software aziendale.
- Ottenere e rivedere le copie delle licenze software e dei contratti relativi.
- Valutare lo sviluppo del software back-end.
- Descrivere il livello di automazione e della capacità di fare da interfaccia con applicazioni web o con la rete internet in generale.
Hardware Due Diligence
- Identificare i computer portatili e fissi dell’azienda.
- Identificare i telefoni, i cellulari e i tablet.
- Identificare i dispositivi di archiviazione.
- Raccogliere info su marca, modello e numero di serie.
- Creare la mappa della localizzazione dell’hardware fisico e delle sue configurazioni.
- Valutare la scalabilità, la stabilità, sostenibilità e i costi dell’hardware.
- Capire quale hardware rimpiazzare o aggiornare nei 12 mesi successivi.
- Annotare quali materiali sono di proprietà dell’azienda e quali in leasing.
- Ottenere e rinnovare le copie di tutti i contratti di leasing e di proprietà dell’hardware.
Privacy Data Management Due Diligence
- Rivedere la Data Management Policy.
- Rivedere la Privacy Policy.
- Comprendere quali sono le politiche di gestione dei dati e le pratiche legate alla privacy.
- Rivedere i piani per fronteggiare i data breach.
- Verificare che tutto sia a norma di legge.
- Valutare se gli incidenti sono loggati con sufficienti dettagli per salvaguardarsi da potenziali problemi.
- Misurare la linearità degli alert (ad esempio real time e lag).
- Identificare sistemi ed utenti che sono indicati come assegnatari del monitoraggio.
- Identificare le restanti infrastrutture al margine.
IT Security Due Diligence
- Report dei protocolli chiavi di sicurezza.
- Report di tutte le informazioni personali e sensibili a rischio.
- Valutazione delle procedure che riguardano l’archiviazione dei dati e la data encryption.
- Report di ogni possibile problematica, inclusa la perdita di informazioni confidenziali, e contenuto malevolo e inappropriato.
- Risultato degli stress test e elenco delle soluzioni identificate per ogni problematica riscontrata.
- Dettagli sul monitoraggio delle misure/ test che assicurano che gli strumenti di sicurezza funzionano come ci si aspetta.
- Report dei log delle problematiche di sicurezza.
- Report di ogni protezione anti-virus e anti-malware.
- Policy e procedure utilizzate per gestire la sicurezza sui dispositivi mobili.
- Descrizione di ogni intrusione o cyber attacco.
- Copia delle policy e del network legati al remote working.
IT Staff Due Diligence:
- Capire quali membri dell’IT sono interni o esterni.
- Se esterni, rivedere i contratti applicabili allo staff IT annotando importi e scadenze.
- Identificare tutti i membri dell’ IT Support Team.
- Avere una lista con la posizione, il titolo, il compito e il livello di accesso che ha ogni membro dell’azienda.
- Capire quali sono gli accordi per la riservatezza e la proprietà intellettuale.
- Creare un’organigramma per rendere chiaro come il dipartimento è organizzato.
- Analizzare le passate performance e i programmi di training per lo staff IT.
- Rivedere e valutare i processi di IT Help Desk.
Come i CTO si preparano ad una Due Diligence
I CTO dell’azienda che deve essere acquisita devono essere pronti a consegnare documenti che mostrino uno storico con una durata temporale consistente e conoscere tutte le spiegazioni: quelle che riguardano i dati mostrati nei report e soprattutto quelle che riguardano i dati mancanti.
Quando si tratta di tech start up l’assetto tecnologico prende un grande spazio perché impatta fortemente su tutto l’assetto aziendale.
Bisogna quindi essere preparati a descrivere come funziona la propria tecnologia, provare che il progetto è scalabile e descrivere gli indicatori di performance. Bisogna portare anche un bench marketing ed essere pronti a rispondere a domande come:
- Avete una roadmap?
- Il vostro prodotto ha un’architettura e un’infrastruttura?
- Siete in grado di descrivetemi il vostro Workflow.
- Quanto sono versatili le API?
- Avete già fatto dei test o come pensate di farli?
- Potete mostrarmi il BOM?
Avere una Roadmap
Il CTO e il CEO solitamente illustrano la roadmap agli investitori cioè un programma diviso in blocchi temporali con obiettivi raggiungibili per i successivi 6-24 mesi. Quando si cercano gli investitori dovete già avere le prove delle vostre ipotesi di business e quindi le vostre routine di impresa e saperle illustrare chiaramente.
Avere architettura e infrastruttura
Il prodotto deve avere delle specifiche i architettura e devono essere abbastanza dettagliate perché sono tra i parametri più importanti per la valutazione di un investimento.
Saper descrivere il Workflow
Dovete dimostrare anche di essere ben organizzati descrivendo i vostri processi di sviluppo aziendale e il vostro ciclo di produzione.
Sono elementi che possono influire sui costi, ad esempio: siete in grado di pubblicare nuovo codice selettivamente o dovete ripubblicare sempre tutto il progetto?
Avere API Versatili
La capacità di scrivere codice che si integri facilmente con app di terze parti è uno dei parametri importanti e guida il valore di mercato. Più le API saranno adattabili e scalabili, più valore avrà il prodotto. Questo perché potrebbe condizionare quanto siete reattivi rispetto ai cambiamenti di mercato.
Capacità di implementare e analizzare test
I test sono una parte fondamentale del ciclo di produzione e questo gli investitori lo sanno. Vorranno test sul codice che ne verifichino la qualità e la sicurezza.
Poter mostrare il BOM
L’inventario dei Software e dei suoi costi o BOM è uno dei documenti da mostrare obbligatoriamente agli investitori. In particolare, attenzione sarà posta sugli elementi inclusi nel tuo prodotto commerciale.