In un mondo sempre più interconnesso, dove la tecnologia ormai coinvolge ogni elemento della vita quotidiana, il confine tra sfera pubblica e privata sta diventando sempre più sottile. Con l’avvento dei social media un numero enorme di persone decide di iscriversi a queste piattaforme e applicazioni per condividere contenuti personali.
Si tratta dunque di una pratica comune che, se portata all’eccesso, può condurre al cosiddetto oversharing, cioè la tendenza malsana a pubblicare in modo eccessivo informazioni e dati personali sul web. Questo è un fenomeno cresciuto negli anni che espone tantissime persone a notevoli rischi.
Il ruolo dei social media nella diffusione dell’oversharing
Condividere sui social eventi importanti e momenti di vita privata è diventata un’abitudine molto diffusa che però può rivelarsi pericolosa e rischiosa. Questo perché si tende a sottovalutare la propria attività online, senza rendersi conto del fatto che si stanno comunicando informazioni personali con persone conosciute, ma anche con sconosciuti che potrebbero nascondere cattive intenzioni.
Spesso si raccontano dettagli intimi, episodi e abitudini che potrebbero compromettere la stessa persona, come avviene a volte su TikTok, dove sempre più giovani prendono parte a trend nei quali rivelano ciò che li imbarazza, le paure sul futuro o le preoccupazioni del presente, toccando nuove vette di oversharing.
Certo, la condivisione offre la possibilità di sentirsi meno soli con le proprie fragilità che possono essere le stesse di altri utenti, ma questo può celare tanti pericoli, poiché si rivelano anche punti deboli e argomenti su cui fare leva. Oltre ad esporsi a tentativi di truffe da parte dei cyber criminali, si corre il pericolo di semplificare problematiche psicologiche delicate.
A caratterizzare quindi il fenomeno dell’oversharing sono due componenti: la frequenza con cui si condividono le informazioni e la quantità di dati veicolati. Si parla dunque di oversharing quando si pubblica troppo o troppo frequentemente e quando nei post si inseriscono troppe informazioni che dovrebbero essere personali.
In tal senso è però tutto molto soggettivo e non esiste un limite specifico, ovvero quante volte postare al giorno o quanto devono essere lunghi i post. Ad ogni modo, gli esperti concordano nel cercare di bilanciare la volontà di autorivelazione con la privacy.
I rischi dell’oversharing
Prima di indagare le cause reali che alimentano l’oversharing, è giusto capire quali sono le conseguenze di questa sovraesposizione nel mondo digitale. Sicuramente uno dei rischi è la violazione della privacy. Infatti, anche se la condivisione avviene in forma volontaria, può accadere che le informazioni possano essere utilizzate in maniera fraudolenta o lesiva, giungendo anche a forme di cyberbullismo o mobbing.
Dal punto di vista relazionale, invece, le persone tendono a rinunciare alle amicizie verso coloro che condividono troppo poiché chi ha questa tendenza, spesso involontariamente può comunicare informazioni su altri senza neanche accorgersene. Sul piano lavorativo poi può accadere di esprimere opinioni forti o equivocabili su colleghi e datori di lavoro e non sono pochi i casi di comportamenti inappropriati sui social che hanno portato a licenziamenti o sospensioni.
I motivi dietro l’oversharing
Come spiegato all’inizio, l’uomo è un essere che cerca le relazioni sociali e la condivisione di bisogni ed esperienze. Questo istinto naturale può riversarsi anche sui social media, ma un conto solo le esposizioni che ricadono nella normalità della vita sul web, altra cosa sono le condivisioni forzate e con frequenza eccessiva e inopportuna che rientrano nella categoria dell’oversharing.
Ecco allora quali sono le possibili cause che provocano un comportamento del genere:
• Approvazione sociale: accade sovente che le persone si sentano in obbligo di condividere dettagli della vita lavorativa o privata per ottenere approvazione sociale o per raggiungere qualche tornaconto personale;
• Ricerca di gratificazione e attenzione: altre volte l’oversharing è diretta conseguenza della ricerca di attenzioni o gratificazione, tale da spingere a riversare sulla rete informazioni private con alta frequenza e spesso inopportune;
• Assenza di consapevolezza: le persone che cadono nell’oversharing in molti casi non hanno la percezione dei possibili rischi ed effetti negativi di quest’abitudine;
• Il bisogno di sentirsi parte di qualcosa: la necessità di essere parte di un gruppo è una spinta innata, ma se questa voglia è troppo forte si può sfociare in una costante ricerca di approvazione sociale;
• Gestione delle emozioni: la sovraesposizione sul web può diventare un meccanismo di gestione delle emozioni. Per esempio, si può condividere un’esperienza personale per gestire un senso di rabbia causato da una lite.